La grande transizione energetica in Italia, verso un sistema sempre meno basato sulle fonti fossili e più su quelle rinnovabili, si sta dimostrando più difficile del previsto. Essa, infatti, da quanto è emerso da un’analisi del sistema energetico italiano diffusa dall’Enea, sta attraversando un momento di impasse, a causa della mancata diminuzione delle emissioni di CO2 nell’aria, del rallentamento della produzione di energia dalle fonti rinnovabili e da un aumento dei prezzi dei combustibili superiore rispetto alla media europea.
Il rapporto annuale sull’efficienza energetica di Enea
L’Enea, ente pubblico di ricerca italiano che opera nei settori dell’energia, dell’ambiente e delle nuove tecnologie, ha stilato il consueto rapporto annuale sull’efficienza energetica, un importante riferimento di monitoraggio, analisi e valutazione a supporto delle politiche adottate in questo settore. Che cosa è emerso?
Secondo il rapporto, nel 2018, l’80% della domanda energetica italiana è stata soddisfatta attraverso le fonti fossili. Il 38,6% delle richieste è stato coperto dal metano, seguito dal petrolio con il 34,7%. Le fonti rinnovabili, invece, hanno soddisfatto il 18,1 % della domanda di energia.
I consumi industriali e quelli per i trasporti risultano in calo negli ultimi 10 anni, al contrario di quelli civili che restano invariati. Da questi ultimi provengono il 36% dei consumi totali di energia ed il 40% delle emissioni.
I risparmi energetici sono stati fortemente incentivati anche dalle politiche annesse: i Certificati Bianchi, ad esempio, nel periodo 2005-2018, hanno permesso di risparmiare 5,97 Mtep, mentre l’Ecobonus, nel 2018, ha attivato 335.000 interventi, per investimenti pari a 3,3 miliardi €.
Il rapporto annuale di Enea ha affrontato infine la problematica legata ai costi dell’energia che in Italia sono fra i più alti del continente: per il metano, infatti, nel nostro paese si paga il 23% in più rispetto al 2008, mentre in europa l’incremento è stato solo del 9%.
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Perché la transizione energetica è importante
Per transizione energetica si intende il passaggio dall’utilizzo di fonti energetiche non rinnovabili, come petrolio, gas e carbone a fonti rinnovabili, come l’energia solare, eolica, idroelettrica. Essa dovrebbe essere realizzata nel futuro prossimo, in quanto l’uso delle risorse del pianeta non è infinito: idealmente, affinché la transizione possa dirsi compiuta, i combustibili fossili dovrebbero essere sostituiti in tot dalle energie rinnovabili.
Un’evenienza purtroppo al momento ancora non realizzabile, in quanto i combustibili fossili continueranno a soddisfare una parte importante della domanda di energia anche nei decenni a venire.
Nonostante ciò la transizione energetica può offrire ai paesi la possibilità di individuare politiche nuove, innovative, nonché una grande opportunità per l’Unione Europea per conseguire uno sviluppo economico e sociale più sostenibile.
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Terna e gli obiettivi da rispettare
Anche per il 2019 Terna, società che si occupa in Italia della trasmissione dell’energia elettrica sulla rete ad alta ed altissima tensione (conta più di 67.000 chilometri di cavi per l’alta tensione e centinaia di stazioni di trasformazione dislocate su tutto il territorio italiano) ha pubblicato un piano di sviluppo della rete che prevede investimenti volti ad implementare la sicurezza e l’efficienza del servizio.
Tale piano, che viene elaborato sulla base dell’andamento del fabbisogno energetico e della previsione di energia elettrica da soddisfare, della necessità di potenziamento della rete e delle richieste di connessione alla rete di nuovi impianti, si prefigge alcuni importanti obiettivi: garantire la sicurezza e la continuità degli approvvigionamenti; aumentare l’efficienza e l’economicità del servizio di trasmissione e del sistema elettrico nazionale; migliorare la qualità del servizio; connettere alla rete di trasmissione nazionale tutti i soggetti che ne hanno diritto; ridurre le congestioni di rete; sviluppare e potenziare l’interconnessione con l’estero; rispettare i vincoli ambientali e paesaggistici.
Cos’è e come funziona in Italia il Capacity Market
Il Capacity Market è uno schema del mercato elettrico che vuole rendere il mercato dell’energia elettrica più efficiente ed aperto a nuove risorse per l’approvvigionamento energetico, per integrare al meglio le fonti rinnovabili, nonché garantendo la sicurezza di tutto il sistema della rete. Come funziona?
Il Capacity Market è un meccanismo di regolazione della capacità del mercato, che prevede una remunerazione della potenza flessibile. I grandi impianti di produzione in sostanza verranno pagati per la loro disponibilità a produrre energia in caso di necessità o in alternativa gli operatori della gestione della domanda saranno remunerati per la disponibilità a ridurre i consumi. Gli impianti parteciperanno, su base volontaria, ad un sistema di aste gestito da Terna, mettendo a disposizione una data capacità.
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Il forum degli Stati Generali della Transizione Energetica Italiana
Il 16 ottobre del 2019 si è svolta la prima edizione del forum degli stati generali della transizione energetica italiana, un’importante occasione di confronto e di analisi della grande trasformazione in atto a livello globale, pensata per delineare gli scenari futuri dell’energia e della rete. CDP( Cassa depositi e prestiti in qualità di investitore) Snam e Terna hanno tracciato in tal senso un percorso di crescita per permettere al nostro paese di accelerare la transizione energetica verso una completa decarbonizzazione.
“La transizione energetica che stiamo vivendo, ha evidenziato l’amministratore delegato di Terna, Luigi Ferraris, intervenuto al convegno, “è equiparabile a una trasformazione industriale” e su questo “è necessario uno sforzo corale di istituzioni e imprese, affinché la transizione diventi una grande opportunità di investimento e occupazione che metta in sicurezza il servizio elettrico a beneficio di tutti i cittadini”.
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La transizione energetica in Italia e le crisi aziendali
Il provvedimento nel quale sono evidenziate le disposizioni per risolvere le crisi aziendali contiene anche alcune misure volte a favorire la transizione energetica. Il comma 1 dell’articolo 13, ad esempio, prevede che vengano stanziati 100 milioni di euro nel 2020 e 150 dal 2021 per il Fondo per la transizione energetica nel settore industriale, che contribuirà al finanziamento di interventi di decarbonizzazione e di efficientamento energetico.
Sono stati previsti, inoltre, 20 milioni di euro all’anno dal 2020 al 2024 per il Fondo per la riconversione occupazionale nei territori in cui si trovano le centrali a carbone. Le somme interessate saranno recuperate dai proventi delle aste di CO2 che superino il valore di un miliardo di euro. Il comma 2 dello stesso articolo, invece, dispone l’istituzione presso il Mise del Fondo per la transizione energetica nel settore industriale, dedicato ai comparti maggiormente esposti alla rilocalizzazione delle emissioni di carbonio.