A ormai quasi due anni dall’inizio della pandemia, sono in molti a fare il punto sull’effettivo risparmio economico procurato dall’impiego dello smart working per i privati. I suoi sostenitori lo considerano una risorsa preziosa per i lavoratori che ne gioverebbero economicamente. I suoi detrattori, invece, lo ritengono un costo significativo da sostenere, soprattutto  in questi ultimi mesi, a causa dei recenti rincari di luce e gas.

 

 

Smart working e pandemia

La pandemia che ci ha letteralmente sommerso come una valanga improvvisa in questi ultimi due anni, ha inevitabilmente demolito molte delle  nostre certezze, non solo legate all’aspetto medico-sanitario ma anche a quello lavorativo.

La maggior parte delle aziende, infatti, ha compreso, grazie all’adozione dello smart working settore privato reso necessario per contenere il diffondersi dei contagi, quanto lavorare da casa, senza dover per forza essere presenti fisicamente in ufficio, non solo possa essere possibile, ma migliori sia le condizioni di lavoro che la produttività.

Un cambiamento epocale dunque, che ha costretto le istituzioni a riflettere su quanto questa nuova modalità di lavoro debba necessariamente essere ripensata e riorganizzata in vista di un auspicato ritorno alla normalità.

Affinchè la consapevolezza acquisita in questo tempo sui vantaggi del lavoro agile, non venga perduta, ma anzi, venga implementata e sostenuta attraverso un sistema legislativo, che possa trasformare lo smart working in uno strumento prezioso per lavoratori ed imprese. 

 

 

Smart working privati: cosa cambierà alla fine dello stato di emergenza? Possibile proroga smartworking

Il 31 marzo potrebbe decretare la fine dello stato di emergenza. Che cosa significa? Dal punto di vista lavorativo, lo smart working cambierà, dato che in assenza di condizioni straordinarie, tale modalità è praticabile solo con un accordo individuale tra lavoratore ed impresa. Diventa dunque auspicabile pensare ad una sorta di formula ibrida che preveda un’alternanza tra lavoro in presenza e da remoto.

Naturalmente è necessario introdurre, per incentivare la contrattazione aziendale, incentivi per le imprese ma anche garanzie per i lavoratori stessi: da una parte potrebbe essere stabilito che il lavoro da casa venga svolto con le attrezzature del lavoratore, il quale dal canto suo, non dovrebbe avere obblighi sulla scelta del luogo di lavoro e l’orario, senza straordinari previsti.

Il dibattito resta comunque ancora aperto. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e l’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil) hanno intanto lanciato un avvertimento: se il lavoro da casa porta dei vantaggi, ha anche e comunque dei rischi da non sottovalutare.

 

Lo smart working conviene?

L’impiego dello smart working in maniera così massiva ha inevitabilmente scatenato il dibattito sull’effettiva convenienza dello stesso, non solo da un punto di vista organizzativo, ma soprattutto economico. Se il risparmio in termini di tempo è innegabile (basta ore perse nel traffico, maggior tempo da dedicare alla famiglia e ai propri interessi) quello puramente economico è parecchio controverso.

I recenti rincari di luce e gas infatti, secondo alcuni renderebbero lo smart working poco conveniente per le tasche degli italiani, mentre secondo altri il risparmio annuale sarebbe significativo. Il contratto smarworking conviene? Dipende dalle variabili quotidiane e dagli aspetti di vita del lavoro, dal contratto smartworking avviato con l’azienda.



 

Smart working privati: i vantaggi secondo il Codacons

Secondo il Codacons (il Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori) con  lo smart working ogni singolo lavoratore avrebbe un risparmio annuale tra i 2.845 euro e i 5.115 euro, grazie al taglio dei consumi alimentari (colazioni, pranzo, caffè) ma soprattutto all’azzeramento delle spese per la benzina che ultimamente ha raggiunto listini record.

Il lavoro agile, inoltre, fa guadagnare 7 giorni all’anno in termini di minore tempo perso per gli spostamenti casa-lavoro, con una riduzione di emissioni, per circa 1,8 milioni di tonnellate di CO2 all’anno ed un taglio del 30% delle spese a carico delle aziende.

 

“Se inizialmente era stata la pandemia a rivoluzionare il modo di lavorare introducendo in Italia lo strumento dello smartworking, ora è il caro-bollette a modificare le scelte di un numero crescente di aziende – sottolinea il Codacons – La necessità di tagliare le spese di luce e gas, sempre più alte e insostenibili, incentiva le imprese a far lavorare da casa i propri dipendenti, politica che a fine anno consente risparmi medi sulle spese vive (affitti, utenze, manutenzione, riscaldamento, telefonia, ecc.) fino al -30% ad azienda e addirittura fino a 10mila euro a dipendente spostato in remoto”.



Smart working privati: poco conveniente secondo Selectra

Se dunque per il 55% dei lavoratori privati lo smart working è una modalità che nel complesso piace ai lavoratori, non mancano tuttavia delle criticità. Il 60% infatti, lamenta problemi legati all’aumento dei costi delle utenze domestiche. A confermarlo è Selectra che ha analizzato i costi dello smart working per gli italiani. Lavorare da casa implica un consumo continuato delle utenze luce e gas, normalmente ridimensionate quando si è in ufficio, il che si traduce in un aumento importante della bolletta. Cosa prevede la smart working normativa? Come operano le aziende smartworking?

  • Mercato tutelato

Dall’analisi di Selectra, un lavoratore in smart working che abbia una tariffa nel mercato tutelato, spenderà a febbraio 2022 16 euro in più per la luce, con un aumento del 230% e 39 euro in più per il gas, registrando un aumento del 220%, rispetto a febbraio 2021.



  • Mercato libero

Lo smartworking in Italia permetterà agli smartworker nel mercato libero vedranno  un aumento in bolletta più modesto, riuscendo comunque a risparmiare, rispetto a chi ha un contratto in regime di maggior tutela, circa 45 euro per la luce e 32 euro per il gas.

  • Come risparmiare dunque in smart working per i privati?

Secondo le stime di Selectra, nelle prossime settimane la media delle offerte rimarrà più bassa della tariffa del Mercato Tutelato, sia per la luce che per il gas, dando agli utenti la possibilità di risparmiare oltre 700 euro in bolletta nei prossimi 12 mesi.

Se nel mercato di Maggior Tutela il prezzo, lo sappiamo, viene stabilito dall’Autorità e varia ogni tre mesi, nel Mercato Libero il fornitore può infatti stabilire il proprio prezzo. Inoltre, le offerte sul Libero possono prevedere un prezzo fisso per uno o due anni, mentre nel mercato di Maggior Tutela non è possibile bloccare il prezzo dell’energia o del gas.



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