Spesso i clienti del mercato energetico tendono a pensare che “restare col mio vecchio fornitore” sia la scelta più saggia e meno rischiosa, vista la giungla di nuove società energetiche presenti sul mercato, a volte aggressive nelle modalità di proposta per tentare di acquisire nuovi clienti. Cos’è il servizio di maggior tutela?

Ma la scelta deve restare al consumatore, che deve semplicemente acquisire maggiore consapevolezza, anche in termini di qualità dell’energia che viene distribuita al suo contatore di casa.

 

 

Servizio di maggior tutela e mercato libero

Nonostante lo spauracchio del passaggio obbligato al mercato libero a partire dal 2020, molti consumatori continuano a preferire il mercato vincolato, per l’energia elettrica in casa.

Per molti la differenza tra i due tipi di servizio resta poco chiara e a volte viene vista solo come un tentativo delle compagnie energetiche di estorcere soldi agli utenti ignari.

In realtà non è proprio così.

  • Mercato a maggior tutela

Si tratta del servizio elettrico storico, l’unico esistente fino a pochi anni fa, un tempo in mano ad un unico gestore, proprietario anche delle reti stesse, ovvero ENEL.

Per il mercato tutelato le condizioni economiche contrattuali vengono fissate a priori da ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambienti, che regolamenta e calibra i prezzi ogni tre mesi, in base al valore i mercato delle materie prime. Ecco perché viene anche chiamato mercato “tutelato”.

 

 

 

  • Mercato libero energetico

Per il mercato libero invece il discorso è differente: con il Decreto Bersani, Decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79  è stata recepita una direttiva europea 96/92/CE concernente norme comuni per il mercato interno dell’energia elettrica.

L’obbiettivo era di attuare un processo di apertura dei mercati, che portasse ad un miglioramento qualitativo e di efficienza del servizio elettrico, oltre che calmierarne i prezzi e incrementarne sicurezza, sviluppo tecnologico e tutela dell’ambiente attraverso la competitività tra le aziende.

In questo caso, il prezzo base del servizio di fornitura è dettato dalla competizione tra i gestori, mentre restano invariati i costi riguardanti le imposte e i servizi di rete, stabiliti dall’Autorità per l’energia.

Per evitare scorrettezze, ARERA in collaborazione con l’Antitrust ha deciso comunque di istituire un sistema di vigilanza che garantisca la tutela dei consumatori.

 

 

La maggior tutela: “fossile” di nome e di fatto?

Ad oggi, secondo le statistiche, 16,5 milioni di italiani (il 56% delle utenze domestiche) e 3 milioni di utenti non domestici (il 43% del totale) non ha ancora fatto il passaggio al mercato libero energetico, preferendo mantenere quello a maggior tutela fino ai termini di legge previsti.

Sebbene comprensibile in un’ottica dettata da diffidenza e difficoltà nella scelta di valide alternative, la decisione dovrebbe tener conto di una variabile che in molti probabilmente ignorano, ovvero la qualità dal punto di vista inquinante, dell’energia fornita dal mercato tutelato.

Il GSE (Gestore Servizi Energetici) ha determinato, ai sensi del Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 31 luglio 2009, la composizione del mix energetico iniziale nazionale dell’energia elettrica immessa in rete relativo agli anni di produzione 2017 e 2018 

 

mix energetico
Fonte: https://www.gse.it  Gestore Servizi Energetici

 

 

 

  • Cos’è il mix energetico

L’insieme di fonti energetiche primarie utilizzate per produrre energia elettrica, viene definito Mix energetico o Fuel Mix.

Per raggiungere la quantità necessaria a coprire la richiesta del mercato privato e delle imprese, i produttori devono necessariamente sfruttare metodi produttivi che si avvalgono di fonti cosidette fossili insieme alle rinnovabili.

La composizione risultante è poi venduta dai fornitori all’utente finale e, ovviamente, immessa nel sistema elettrico nazionale.

Ogni compagnia energetica è tenuta, per legge, a fornire al cliente finale, in fase precontrattuale e in bolletta, informazioni in merito al tipo di fonti energetiche primarie utilizzate e al tipo di impatto ambientale causato dagli impianti usati.

 

 

  • Fossile VS energia verde e rinnovabile

Ciò che molti utenti non sanno è, semplicemente, quanto sia ancora fondamentalmente inquinante il Mix energetico proposto dal mercato tutelato dell’energia.

Mentre il mercato libero, per una questione anche di competitività tra gestori, ha sposato le componenti energetiche rinnovabili, spesso offrendo tariffe 100% green (quindi derivanti in toto da fonti rinnovabili), il mercato vincolato invece continua a sfruttare materie fossili.

Calcolando l’insieme dei due mercati, a livello nazionale l’Italia sfrutta fonti rinnovabili per la produzione energetica in misura del 40% del totale, ma se ci fermiamo al solo mercato tutelato, la percentuale è un decimo e scende al 4%.

Parliamo quindi di una considerevole parte di utenti che ricevono l’elettricità attraverso lo sfruttamento di carbone, gas naturale e il nucleare.

 

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