La NASPI è l’indennità di disoccupazione che permette di ricevere un’entrata mensile mentre si cerca un altro lavoro. Come inciderà sulla pensione?
Durante il periodo in cui si percepisce la NASPI l’INPS eroga i contributi figurativi ma questi non sono sufficienti per garantire lo stesso importo sull’assegno pensionistico che si avrebbe senza quei mesi o anni di disoccupazione. Cerchiamo di quantificare la perdita e di capire perché avviene.

I lavoratori che involontariamente perdono il lavoro – licenziamento, dimissioni per giusta casa, fallimento dell’azienda – possono ottenere la NASPI fino ad un massimo di 24 mesi. L’erogazione mensile dell’indennità di disoccupazione permetterà di avere un’entrata mentre si cerca un nuovo lavoro. C’è chi strategicamente utilizza la NASPI come una sorta di pensionamento anticipato, per lasciare il mondo del lavoro due anni prima del previsto.
In questo caso bisognerà valutare attentamente, però, quanti soldi si perderanno sull’assegno pensionistico e durante l’attesa del raggiungimento dei requisiti della pensione. Come accennato, durante la NASPI si percepiscono i contributi figurativi che sono utili sia per il diritto alla pensione che per quantificare l’assegno. Questi contributi sono legati alla retribuzione figurativa che corrisponde al 75% della retribuzione media mensile dei quattro anni precedenti l’interruzione del rapporto di lavoro.
Perché si perdono soldi sulla pensione con la NASPI
Il DLGS 22/2015 ha inserito un limite alla contribuzione figurativa da convertire in pensione per il periodo in cui si è percepita la NASPI. Il tetto è stato fissato a 1,4 volte la misura massima mensile dell’indennità di disoccupazione. Significa che se i lavoratori dovessero superare questo limite avranno una contribuzione figurativa più bassa e, di conseguenza, un assegno pensionistico inferiore rispetto quello che avrebbero potuto ottenere. La differenza sarà più o meno significativa in base al sistema di calcolo utilizzato per la pensione.

Effetti negativi per le quote contributive che usano il montante contributivo come base per il calcolo della pensione. I periodi di contribuzione figurativa si sommano al montante con tutti gli altri contributi maturato e il tetto massimo potrebbe portare ad una quota minore rispetto quella spettante senza NASPI.
Per le quote retributive si usa un doppio calcolo. Vengono neutralizzati i periodi di disoccupazione con conseguente esclusione della contribuzione figurativa per NASPI e si somma nel calcolo la contribuzione figurativa per NASPI per poi confrontare i due risultati e scegliere quello più favorevole per il lavoratore. Significa che non si hanno effetti negativi nel sistema di calcolo retributivo come, invece, accade per chi rientra nel sistema contributivo e supera il tetto massimo stabilito dalla normativa.