La diatriba fra le compagnie telefoniche Vodafone, Windtre, Fastweb e Tim per il caso di rimborsi bollette 28 giorni sembrava conclusa mesi fa.
Ma adesso emerge che i rimborsi sono messi in atto solo per la fatturazione delle linee fisse, non per quelle mobili e che gli operatori non li stanno erogando automaticamente come previsto.
Il caso delle Bollette a 28 giorni
Tra la fine del 2016 e il 2017 i principali operatori di telefonia decidono di modificare la periodicità nell’invio delle bollette: non più mensilmente ma ogni 28 giorni.
Questo comporta l’aumento del numero di mensilità da 12 a 13, con conseguente aggravio delle tariffe.
L’Unione Consumatori si attiva e nel marzo 2017 interviene l’AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni) stabilendo con una delibera che, almeno per la telefonia fissa, il criterio di fatturazione debba essere, obbligatoriamente, a base mensile.
Il braccio di ferro tra consumatori e operatori della telefonia prosegue e a novembre 2017 la commissione Bilancio del Senato dà il via libera all’emendamento che prevede l’obbligo di fatturazione su base mensile per imprese telefoniche, reti televisive e servizi di comunicazioni elettroniche, concedendo il termine di 120 giorni per ripristinare lo status quo.
A partire quindi dal 5 aprile 2018 le bollette, sia per fisso che per mobile, tornano mensili.
-
La reazione degli operatori di telefonia
Impugnando la delibera di 2017 gli operatori richiedono al TAR di sospendere l’ordinanza di AGCOM. Ciò nonostante il Tribunale amministrativo regionale conferma l’obbligo della fatturazione mensile e respinge il ricorso.
Il TAR del Lazio però, con un provvedimento totalmente distinto dal primo, sospende in attesa di giudizio la delibera del Garante, con cui l’AGCOM sanciva l’obbligo, da parte delle compagnie telefoniche, a restituire automaticamente con la prima bolletta mensile i soldi dovuti ai clienti penalizzati dalla bolletta a 28 giorni.
AGCOM a questo punto emette un’ulteriore delibera: le compagnie dovranno rimborsare i giorni persi dagli utenti da giugno 2017 fine marzo 2018, ritardando la fatturazione per consentire il recupero delle somme indebitamente percepite sulla telefonia (dando così un rimborso in termini di utilizzo gratis del servizio, non direttamente monetario).
-
La conclusione (forse)
Il Consiglio di Stato, intervenuto a seguito di questa serie interminabile di rimpalli tra consumatori e operatori, aveva rinviato più volte la decisione finale, accogliendo infine la richiesta delle aziende di telefonia di sospendere i rimborsi stabiliti dal Garante in attesa della revisione della sentenza.
Finalmente il 21 maggio 2019, l’ordinanza del Consiglio di Stato respinge definitivamente la richiesta sospensiva di Vodafone, Wind 3, Fastweb e Tim, ritenendo significativo il lungo tempo trascorso dall’accertato inadempimento dei gestori.
I rimborsi, previsti prima per dicembre 2018, poi per marzo 2019 e infine a maggio 2019, vengono sanciti come automatici con una delibera del Consiglio di Stato del Febbraio 2020: i clienti quindi non avranno bisogno di richiederli, ma li vedranno automaticamente accreditati.
Lo stato attuale della vicenda
Ad oggi, malgrado la delibera attuativa AGCOM, le compagnie telefoniche stanno rimborsando solo gli utenti che ne hanno fatta specifica richiesta, secondo specifiche modalità stabilite da ogni gestore.
Inoltre, questo sistema di rimborsi sarebbe applicabile per ora solo ai clienti di telefonia fissa, benché il problema abbia coinvolto anche molti utenti di telefonia mobile.
Si stima che meno del 5% degli aventi diritto lo abbia fatto, finora.
AGCOM ha quindi, per l’ennesima volta, sanzionato gli operatori, ma le problematiche legate alla pandemia Covid-19 sembrano aver ulteriormente rallentato le cose.
Bollette a 28 giorni: come richiedere i rimborsi
Secondo Codacons (Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori) sono circa 12 milioni gli italiani aventi diritto e in attesa dei risarcimenti previsti da parte delle compagnie telefoniche.
-
Chi ha diritto ai rimborsi
Gli utenti che, tra il 23 giugno 2017 e il 5 aprile 2018 abbiano ricevuto fatture per servizi di telefonia fissa (e mobile di tipo ibrido) a 28 giorni da parte di tutti i principali operatori, hanno diritto ad un risarcimento in base al contratto sottoscritto. Le cifre vanno dai 30 ai 50€ circa.
-
Rimborso, come fare
Vista la situazione, gli utenti possono procedere autonomamente, seguendo le indicazioni delle varie compagnie telefoniche riportate sui rispettivi siti internet o chiamando l’assistenza clienti, oppure rivolgersi alle varie associazioni dei consumatori e lasciare a loro la gestione della pratica.
Il rimborso sarà comunque il più delle volte corrisposto sotto forma di servizi aggiuntivi sulla linea telefonica e non, come molti pensano, in un risarcimento economico.
(aggiornamento 27/05/2020)