L’estate quest’anno è partita con largo anticipo, segnando temperature da luglio inoltrato, tanto da necessitare l’accensione anticipata dei condizionatori nelle nostre case. Apparecchi certamente  indispensabili per rendere il clima domestico piacevole e meno umido, ma al contempo alquanto energivori, nonchè responsabili di aumenti piuttosto significativi dei costi in bolletta. Vediamo nello specifico allora quanto consuma un climatizzatore e quali sono i modelli più performanti e convenienti

 

 

 

Il condizionatore: un apparecchio  dispendioso?

Sono sempre di più le famiglie che decidono di installare un impianto di condizionamento  in casa, che consenta di rinfrescare l’ambiente circostante nelle giornate più afose. Mai come in queste ultime settimane, il caldo ha fatto capolino sulla nostra penisola, segnando temperature da estate inoltrata.

Da qui l’utilizzo sempre più massivo di questi apparecchi che naturalmente, per funzionare, necessitano di energia elettrica. Un tasto particolarmente dolente, nell’attuario scenario di crisi energetica, provocato dalla guerra in Ucraina, che pone l’attenzione sulla necessità di ridurre gli sprechi di energia, cercando di contenere al contempo i costi della bolletta della luce.

 

 

 

  • Gli italiani e la crisi energetica

Da un’interessante ricerca  di Changes Unipol, realizzata ed elaborata da Ipsos, per capire come si stiano modificando i comportamenti degli italiani nella quotidianità alla luce del periodo di crisi di energia in atto, è emerso che sebbene il 93% degli Italiani si sia dichiarato intenzionato ad adottare comportamenti virtuosi mirati al risparmio energetico, in realtà quando si parla di comfort climatico, solo il 44% è disposto a ridurre la temperatura dei termosifoni d’inverno, mentre meno di un italiano su tre (il 31%) si dichiara pronto a rinunciare o a ridurre l’uso del condizionatore d’estate. 

 



 

 

  • Quanto consuma un climatizzatore?

In realtà, a differenza di quanto si pensa, non sempre i condizionatori consumano tanto. Il consumo dipende dal modello che si decide di installare e dalla posizione dell’abitazione, se ben isolata oppure esposta ai raggi solari. Un climatizzatore di classe energetica superiore ha un consumo stimato annuo di circa 180 kWh, mentre un apparecchio di classe inferiore, ha un consumo stimato di 450 kWh l’anno.



 

  • Da cosa dipendono i consumi di un climatizzatore?

A determinare il consumo dei condizionatori entrano in gioco diversi fattori, tra i quali:

  • La classe energetica di un apparecchio, che rappresenta l’efficienza del dispositivo e viene indicata nell’etichetta energetica;
  • Il tempo effettivo di utilizzo;
  • La modalità di utilizzo dell’apparecchio: è possibile infatti regolare la potenza dei condizionatori (massima, media o bassa) in quanto permette di diminuire i consumi ed i costi della luce;
  • La zona climatica;
  • Le caratteristiche e la posizione dell’abitazione: per esempio l’isolamento termico delle pareti e del tetto, la posizione delle finestre e l’esposizione ai raggi solari;
  • Il modello dei condizionatori (se condizionatori Inverter o condizionatori tradizionale on/off; se monosplit o dualsplit).

 

Quali sono i modelli più convenienti?

I climatizzatori, oltre a raffrescare l’ambiente consentono di deumidificare l’aria, funzione fondamentale per ridurre il tasso di umidità rilevato in estate. I condizionatori si limitano invece a raffrescare, senza deumidificare.

Questi dispositivi sono costituiti da una unità esterna e da una o più unità interne chiamate splits. I sistemi con un’unica unità interna sono detti monosplit, con due unità dualsplits, con tre unità trialsplit e così via.

Un indice molto importante nella scelta del climatizzatore condizionatore è il “SEER“:  ossia il coefficiente di prestazione medio stagionale, che va ad indicare il rapporto tra energia prodotta dal condizionatore per raffrescare e l’energia assorbita dall’impianto elettrico (quanto si consuma).

Il mercato offre una vastissima gamma di apparecchi, tra le migliori marche in circolazione citiamo: Samsung, Mitsubishi, Daikin, Panasonic, Ferroli, Fujitsu, Haier, Baxi e Hitachi.

Esistono tuttavia anche brand più economici ma comunque di buona qualità:: Hisense, Argoclima, Zephir e Akai

In generale,  climatizzatori fissi hanno un costo  tra i 500 e i 1500 euro  ( i multisplit possono arrivare a 2.500 – 3.000 euro); quelli portatili sono più economici e spaziano entro il range di 300 -1000 eur0. Prezzi a cui va aggiunta anche l’installazione.



 

  • Come scegliere il climatizzatore giusto?

Per acquistare l’apparecchio corretto è necessario tenere in  considerazione la metratura delle stanze, l’esposizione della casa al sole e la suddivisione degli spazi.

I climatizzatori  di ultima generazione sono dotati di tecnologia IoT (Internet of Things), infatti  molti di essi sono dotati di WiFi integrato.

Ciò significa che possono essere collegati alla rete domotica dell’abitazione, avere il collegamento a un assistente vocale o semplicemente essere gestiti da remoto, mediante applicazioni per smartphone e tablet che consentono di accendere, spegnere e programmare il climatizzatore a distanza, con enormi vantaggi sui consumi.

  • Come limitare i consumi?

Per quanto riguarda i consumi, grazie a piccoli accorgimenti è possibile utilizzare gli impianti in maniera più efficiente, senza rinunciare al comfort.  Ecco alcuni suggerimenti utili:

  1. posizionare gli split nella parte alta della parete (l’aria calda tende a salire mentre quella fredda a scendere);
  2. fissare la temperatura due o tre gradi in meno rispetto a quella esterna. Spesso  basta attivare la funzione “deumidificazione”;
  3. ricordarsi di chiudere porte e finestre per evitare dispersioni del fresco e di dover sovraccaricare maggiormente l’impianto;
  4. Isolare termicamente  i tubi del circuito refrigerante all’esterno dell’abitazione (che è bene non posizionare alla luce diretta del sole) evita dispersioni;
  5.  all’inizio della stagione calda e poi ogni due/tre settimane, bisogna ricordarsi di pulire i filtri dell’aria e le ventole dove si possono annidare muffe e batteri dannosi per la salute.
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