Chi è affetto da prosopometamorfosia comincia a vedere dettagli inquietanti nei volti delle persone e a sviluppare il timore del relazionarsi con gli altri fino a decidere di isolarsi: cosa sappiamo e come può essere combattuta.
Il disturbo di cui parliamo oggi è stato in passato associato a fenomeni occulti e considerato come un effetto di possessione demoniaca. Ancora oggi nell’iconografia e nelle opere di finzione, quando si vuole rappresentare un soggetto vittima di possessione o all’interno di un contesto “maligno” lo si fa inserendo scene in cui questo vede degli occhi ferini o dei visi distorti.

Quello che a livello di linguaggio cinematografico è un escamotage perfetto per narrare una storia dell’horror, un thriller psicologico con implicazioni sovrannaturali, in realtà è un disturbo psichico realmente esistente. Per fortuna si tratta di una patologia rara e difficilmente evolve al punto da impedire a chi ne soffre di riconoscere la realtà con un po’ di lavoro, tuttavia si tratta di un disturbo invalidante.
Gli studiosi gli hanno dato il nome di prosopometamorfosia e consiste in un disturbo del centro nervoso che porta il soggetto che ne soffre a vedere distorti i volti delle persone con cui interagisce. Nella maggior parte dei casi, i soggetti che cominciano a soffrirne vedono i volti delle persone cambiare, assumere uno sguardo ed un ghigno malevolo.
Con il passare del tempo questa distorsione dei connotati diventa non solo più frequente ma anche più accentuata, portando i soggetti che soffrono di questo disturbo a vedere volti di demoni oppure volti di draghi.
Cosa sappiamo e come si può contrastare la prosopometamorfosia
Al di là dello spavento iniziale che può causare questo disturbo per via dell’aspetto che assumono i volti quando li guarda, anche quando si riesce a comprendere cosa sta succedendo la posopometamorfosia è un problema enorme per la persona. Alcuni arrivano al punto di non riconoscere più i volti delle persone e dunque a non sapere mai con chi stanno parlando effettivamente.

La visione di volti demoniaci o dalle sembianze di drago rende complesso interagire e creare un rapporto con qualcuno. Purtroppo della patologia si conosce ben poco, spesso viene mal diagnosticata e attualmente, anche in caso di diagnosi corretta, non esiste una vera e propria cura.
Della patologia conosciuta anche come “Horror in the brain” esistono pochi testi e articoli scientifici, i più famosi dei quali sono quelli degli studiosi Oliver Sacks e Austin Lim. Anni addietro ha parlato pubblicamente della patologia l’attore hollywoodiano Brad Pitt, il quale ha confessato che da anni non riesce più a riconoscere i volti di alcune delle persone che fanno parte della sua vita lavorativa e familiare.
Proprio l’attore è un esempio di come si possa convivere con questa patologia senza allontanarsi dai contesti sociali. Per farlo è sicuramente utile un percorso terapeutico con uno specialista che possa aiutare a contrastare i sintomi e controllare la paura che scatenano.