Ci sarà la prescrizione bollette gas, luce e acqua? Cambiano nuovamente i termini di prescrizione per le bollette scadute. A partire dal 1° gennaio 2021, il fornitore non avrà più possibilità di richiedere il pagamento una volta trascorsi i termini previsti di legge. Già nel 2020 l’Arera, l’Autorità Regolazione per Energia, Reti e Ambiente aveva integrato lo stop del pagamento per le bollette più vecchie di due anni introdotto dalla Legge di Bilancio 2020.
L’azienda aveva inoltre stabilito che venditori e gestori dovranno inserire tali informazioni sulla prescrizione all’interno delle fatture, anche in caso di procedure di messa in mora collegate, nonché in caso di risposta ai reclami scritti dei clienti e degli utenti in merito.
Prescrizione bollette: cosa vuol dire?
È senz’altro accaduto a tutti, almeno una volta nella vita, di dimenticare di pagare una bolletta della luce, dell’acqua o del gas, soprattutto nel caso in cui la si riceva ancora in versione cartacea, con il rischio quindi di smarrirla nelle pile di documenti che pervengono giornalmente tramite posta ordinaria.
Naturalmente la ditta fornitrice, in caso di inadempienza dei pagamenti può rivalersi sul cliente, pretendendone giustamente il pagamento con tanto di interessi di mora. Ma fino a quando esercitare tale pretesa? Fino a quando non cade in prescrizione.
Nel linguaggio giuridico, con il termine prescrizione si intende l’estinzione di un diritto, nel caso in cui il titolare non lo eserciti entro i termini di legge. Anche le bollette non pagate, dunque possono finire in prescrizione, anche se più correttamente, ad andare in prescrizione è il diritto della società di pretenderne il pagamento.
Quando viene richiesto un pagamento e questo è caduto in prescrizione bisogna come prima cosa accertarsi che sia effettivamente andato in prescrizione.
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Prescrizione bollette luce, gas ed acqua: quando scatta?
Secondo quanto stabilito dalla nuova integrazione alla Legge di Bilancio 2020, ed in base alle direttive di Arera, la prescrizione pagamento bollette luce, gas ed acqua è di due anni. Ne consegue, quindi, che qualora si verifichino dei ritardi nella fatturazione per negligenza da parte del fornitore o del distributore, il cliente sarà obbligato a pagare solo gli ultimi 2 anni fatturati.
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Per quanto si devono conservare le bollette?
Plichi enormi di vecchie bollette di cinque, sei o addirittura dieci anni fa. Sono in molti ad averli impilati negli scaffali per paura che i fornitori, a distanza di anni, possano richiedere il pagamento di una bolletta che in realtà è stata correttamente saldata tempo addietro.
Naturalmente, se non si desidera pagarne un’altra, occorrerà essere in grado di dimostrare l’avvenuto pagamento. Tuttavia, proprio in virtù della legge di prescrizione, le bollette che risalgono ad oltre due anni prima potrebbero tranquillamente evitare di essere conservate come cimeli.
Bollette in prescrizione: scendono a due anni
Dal 1° Gennaio 2021 gli utenti con contratti di luce, gas e del servizio idrico integrato hanno dunque la possibilità di obiettare in ogni caso la prescrizione di importi fatturati per consumi più vecchi di due anni.
Prima di tale novità, la prescrizione bollette gas e luce non veniva applicata nel caso la mancata o l’errata rilevazione dei dati fosse causata da un’accertata responsabilità dell’utente. Adesso, questa distinzione non vale più e la prescrizione biennale è valida in tutti i casi di mancato pagamento, a prescindere dalle ragioni e dai motivi del mancato saldo delle fatture precedenti.
È importante quindi conoscere i propri diritti e sapere che le bollette di luce, acqua e gas scadute da più di 2 anni, non devono essere pagate. Ma vediamo nel dettaglio.
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Quando viene esclusa la prescrizione?
I consumatori lo sanno benissimo: la questione della trasparenza dei documenti di fatturazione quando si parla di bollette è davvero molto importante. Ne sono una prova le molteplici segnalazioni che regolarmente pervengono all’Arera, sulla scarsa comprensibilità e completezza delle informazioni contenute nelle bollette.
Affinchè gli utenti possano ricevere una bolletta quanto più semplice, completa e trasparente, i venditori ed i gestori erano già tenuti, a partire dal 2 gennaio di quest’anno, ad emettere una fattura separata, contenente esclusivamente gli importi per consumi risalenti a più di 2 anni oppure, in alternativa, ad evidenziare tali importi in modo chiaro e comprensibile all’interno di fatture che contenessero anche importi non prescrivibili, in maniera tale da far capire al consumatore quale parte del credito richiesto in fattura sia già soggetta a intervenuta prescrizione.
Ora, con il recente intervento dell’Arera, questa sorta di previsione è stata estesa ulteriormente, in quanto sia i venditori che i gestori sono tenuti in ogni caso ad informare i clienti e gli utenti della possibilità di contestare la prescrizione degli importi più vecchi di due anni.
Inoltre dovranno anche fornire un modulo, da rendere disponibile anche su sito internet e negli sportelli al pubblico, che possa facilitare la comunicazione della volontà di eccepire la prescrizione e i recapiti cui inviare la richiesta.
Insomma una presa di posizione netta da parte dell’Arera che va ad integrare la strategia di difesa dei consumatori in vista del passaggio definitivo al mercato libero dell’energia, fatto slittare al 2022 dalla Commissione Affari Istituzionali del Senato.