L’alternanza tra ora legale e ora solare è una consuetudine del mondo occidentale in uso dal XVIII secolo che influenza i ritmi lavorativi e biologici di tutti noi.
La Commissione Europea ha però nel 2018 ha diffuso i risultati di una consultazione ufficiale sull’efficacia dell’ora legale: sui 4,6 milioni di persone votanti, l’84% si è detto a favore della sua abolizione.
Perché esiste l’ora legale
L’istituzione di un cambio ora, portando in avanti le lancette dell’orologio, arriva direttamente dal 18° secolo, ad opera di Benjamin Franklin, padre fondatore degli Stati Uniti.
Ne Un progetto economico per diminuire il costo della luce, pubblicato nel Journal de Paris nel 1784, Franklin avanzò la proposta di introdurre l’obbligo di alzarsi prima al mattino, sfruttando così maggiormente la luce del sole nel periodo primaverile ed estivo.
Il periodo storico, segnato dalla rivoluzione industriale, portava con sé l’esigenza di modificare i ritmi di vita da sempre usati nella società agricola tradizionale.
Le modalità proposte da Franklin non erano però propriamente ortodosse (razionare le candele, proibire la circolazione notturna, tassare chi possedeva persiane alle finestre e installando tra le vie in città delle sveglie a colpi di cannone), e l’idea fu rifiutata dai più.
Il concetto venne poi rivisto a più riprese nel corso dei decenni successivi, senza però arrivare ad una definitiva risoluzione.
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Orario solare e legale durante la Grande Guerra
Fu infine William Willet, costruttore britannico, a riproporre questa idea, molto utile in un quadro europeo con esigenze economiche completamente modificate dall’arrivo della Prima Guerra mondiale. La Camera dei Comuni diede via libera nel 1916 al cosidetto British Summer Time, con lo spostamento delle lancette di un’ora in avanti durante l’estate.
Questo permetteva un notevole risparmio energetico, fondamentale in periodo bellico.
Molti paesi europei implicati nel conflitto mondiale decisero di adottare questo escamotage, tra cui l’Italia, dove venne applicata e soppressa più volte, fino a diventare definitiva dal 1966.
Dal 1996 infine l’ora legale è stata adottata con un calendario comune in tutta Europa.
Ora legale e ora solare differenza
Come funzionano l’ora solare e l’ora legale in Italia? E quali sono le differenze tra le due?
L’ora solare è in buona sostanza, l’ora standard stabilita per convenzione dal passaggio del sole sul meridiano locale.
Con ora legale invece in Italia intendiamo lo slittamento in avanti di un’ora delle lancette, usato convenzionalmente al passaggio della stagione fredda a quella calda, guadagnando quindi più ore di luce.
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Quando cambia l’ora
Ma quando si cambia l’ora legale 2020? Anche quest’anno, nella notte tra il 24 e il 25 ottobre, torneremo all’ora solare, portando indietro di un’ora gli orologi, dormendo un’ora in più.
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Ora legale e ora solare: vantaggi e svantaggi
Oggi l’illuminazione non è più la principale fonte di consumo elettrico: apparecchiature elettroniche ed elettrodomestici sono ormai i responsabili dei dispendi energetici domestici, senza che l’ora legale abbia alcuna influenza.
Inoltre, sempre più studi scientifici vedono nel cambio di orario uno svantaggio a livello psico-fisico, per la conseguente riduzione delle ore di sonno e variazione delle abitudini quotidiane.
Il primo evidente vantaggio dell’ora legale è però quello di consentire un notevole risparmio energetico grazie al minore utilizzo dell’illuminazione elettrica.
Sfruttare maggiormente le ore di luce con lo spostamento in avanti di un’ora della sveglia, porta ad un prolungarsi delle ore di luce nell’arco della giornata.
Ora legale e solare tutto l’anno: perché abolire il cambio d’orario
L’Europa dal 2021 non avrà più l’ora legale, questa la decisione della Commissione Europea a seguito del sondaggio effettuato nel 2018.
Il motivo di questa scelta sta prima di tutto in come il mondo occidentale ha cambiato e continua a cambiare il proprio modo di interfacciarsi alla vita quotidiana: le grandi città densamente popolate e sempre attive, la vita rurale ormai meno incisiva e riguardante fasce di popolazione sempre più esigue, l’attività lavorativa non più scandita dalle ore di luce ma dalle lancette dell’orologio.
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Come si pone l’Europa del nord
La morfologia stessa del continente europeo, che vede i paesi del nord beneficiare poco o nulla del cambio dell’ora, a fronte di giornate estive molto più estese rispetto al sud, ha portato a rivedere totalmente la scelta in buona parte dell’UE.
Il Parlamento Europeo ha infatti votato per l’abolizione, ma ha lasciato libertà ai paesi dell’Unione, che potranno decidere il proprio fuso orario, mantenendo quello solare o legale.
Ciò che viene soppresso quindi, è solo il cambio di fuso, e i singoli Sati Membri dovranno condividere per tempo con la Commissione Europea la propria decisione, per garantire il coordinamento dei fusi ed evitare problemi economici ed organizzativi all’interno del mercato europeo.
A partire dal 2021 quindi, se tutto dovesse rimanere com’è ora, non avremo più il passaggio tra ora solare e ora legale.
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L’Italia e la scelta di continuare
Ad oggi, il nostro Paese ha decisamente rifiutato l’idea di abolire il cambio d’ora e ha fatto richiesta formale all’UE per mantenere lo status quo, con circa sei mesi di ora solare e sei di legale.
Oltre ad una scelta di carattere economico, la nostra sembrerebbe essere anche una decisione dovuta allo stile di vita legato al prolungarsi delle ore di luce durante i mesi caldi.
Sarà però da considerare come questo potrà incidere sul sistema economico europeo.