L’ora legale tornerà in vigore domenica 26 marzo 2023: alle ore 02.00 bisognerà spostare le lancette in avanti di un’ora. Questa convenzione internazionale, adottata in quasi tutta Europa e in buona parte del Nord America, permette di sfruttare al massimo le ore di luce durante la bella stagione e di ridurre i consumi energetici. In Italia è adottata stabilmente dal 1966, dopo un paio di apparizioni durante le due guerre mondiali. A livello europeo gli Stati coordinano il cambio dell’ora dal 1996: le lancette vanno spostate avanti di un’ora in occasione dell’ultima domenica di marzo e si spostano indietro di un’ora in occasione dell’ultima domenica di ottobre.

L’ora legale arriva dunque poco dopo l’equinozio di primavera, le giornate si allungheranno e ci sarà ancora più luce, generando non pochi vantaggi dal punto di vista economico, energetico e psico-fisico. Molti vorrebbero che non si cambiasse più l’ora, ovvero che non ci fosse questo avanti e indietro tra primavera e autunno, ma che restasse sempre in vigore l’ora legale. Se ne è parlato tantissimo negli ultimi anni, ma non è mai stato raggiunto un accordo a livello continentale e resta in vigore questo status a cui gli italiani sono abituati da più di mezzo secolo.


Quando cambia l’ora e cosa bisogna fare? Arriva l’ora legale

L’ora legale entrerà in vigore domenica 26 marzo. Sarà quello il giorno in cui cambierà l’ora: le lancette andranno spostate in avanti di un’ora (dalle ore 02.00 alle ore 03.00, quella notte si dormirà un’ora in meno). In questo modo il sole sorgerà più tardi al mattino, ma la luce durerà più a lungo in serata.

Gli orologi analogici necessiteranno di uno spostamento manuale delle lancette (ad esempio orologici da polso o da muri), mentre quelli digitali (computer e cellulari) si sposteranno davanti automaticamente.

Abolizione cambio dell’ora: perché ora legale e ora solare restano in vigore?

L’abolizione del cambio dell’ora è un tema caldo da diversi anni ed è al centro di un dibattito in Europa, ma la situazione è rimasta invariata, anche quando i costi dell’energia avrebbero suggerito un’abolizione dell’ora solare lo scorso ottobre. Si resta dunque con l’ora legale tra l’ultima domenica di marzo e l’ultima domenica di ottobre, mentre con l’ora solare negli altri cinque mesi.


Ricordiamo che spostando in avanti le lancette di un’ora si ritarda l’uso dell’illuminazione elettrica, con benefici in bolletta e maggiori benefici per l’ambiente. Tra l’altro l’arrivo dell’ora legale, con più ore di luce e meno ore di sonno, porta uno scompenso temporaneo paragonabile a un piccolo jet-lag.

La diatriba è infinita: l’Italia vuole mantenere il sistema attuiale, altri Paesi propendono per l’ora legale per tutto l’anno, i Paesi del Nord vorrebbero l’ora solare tutto l’anno. Uno scontro totale che non ha ancora portato a una decisione unitaria, da intraprendere obbligatoriamente visto che le Nazioni sono sotto l’Unione Europea e devo avere uniformità.

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