È in crescita il gradimento per il mercato libero elettrico che è stato preferito rispetto a quello di maggior tutela, nel mese di  dicembre 2020, da oltre il 56% delle famiglie italiane.
Sono solo alcuni degli interessanti dati emersi dal Rapporto annuale Monitoraggio Retail stilato dall’Arera, che ogni anno fotografa lo stato di questi mercati in Italia e la loro evoluzione, evidenziando, in questa occasione, delle significative disparità tra Nord e Sud Italia nella scelta del mercato libero dell’energia: dal 70% di alcune aree del Nord al 38% del Sud della Sardegna.

 

 

Mercato libero dell’energia: a che punto siamo?

Il passaggio al mercato libero dell’energia, ricordiamo, inizialmente previsto per il 2018, era stato dapprima rimandato a luglio 2020 e poi rimbalzato nuovamente a gennaio 2022. Un recente emendamento al decreto milleproroghe, ha poi introdotto un’ulteriore proroga, per le sole utenze domestiche, di un anno per la fine del mercato tutelato dell’energia, per il quale attualmente ora si parla del 2023.

Una decisione presa, a detta del governo, in quanto il settore non sarebbe ancora del tutto pronto a fronteggiare una totale liberalizzazione del mercato, soprattutto a causa della mancanza di adeguate informazioni e di strumenti decisionali chiari per gli utenti.

 

 


  • Libero mercato: che cos’è e quali vantaggi ha?

Il processo di liberalizzazione del mercato era partito in Italia nel 1999 con il decreto Bersani che aveva permesso  la produzione, l’acquisto e/o la vendita di gas ed energia elettrica a tutte quelle società che erano interessate a questo settore. Prima del mercato libero, infatti, il nostro paese era monopolizzato da un unico fornitore di energia elettrica.

Grazie alla presenza di più venditori,  il mercato è diventato molto più competitivo e concorrenziale, permettendo  altresì ai consumatori di poter optare tra soluzioni adatte alle proprie esigenze, oltre a godere di molteplici altri vantaggi quali:

  1. Una maggiore possibilità di scelta, con moltissime tariffe attivabili liberamente ed in qualsiasi momento, senza vincoli e costi aggiuntivi;
  2. Un prezzo più stabile, poiché il prezzo dell’energia è invariabile  per un periodo di tempo che va da 1 a 3 anni a seconda del fornitore. Nel Mercato Tutelato invece viene aggiornato ogni 3 mesi da ARERA;
  3.  Prezzi più bassi, sconti e bonus extra in bolletta grazie al regime concorrenziale creato dai fornitori;
  4. Aderire a tariffe dual, ossia una tariffa luce e gas con lo stesso fornitore, ottenendo  in questo modo non solo un prezzo ulteriormente vantaggioso, ma anche la possibilità di rivolgersi alla stessa società per qualsiasi problematica o necessità.

 

 

Rapporto annuale Arera: uno strumento per l’evoluzione del mercato

Il mercato libero energia elettrica piace al 56% degli italiani che lo hanno scelto a dicembre 2020.

Il dato è stato reso noto in occasione della pubblicazione del Rapporto annuale Monitoraggio Retail (su dati 2019) presentato da ARERA, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente.

Tale strumento  divulgativo, che prevede un’osservazione regolare e sistematica,  risulta fondamentale per lo svolgimento delle attività funzionali alla regolazione del mercato retail, per promuovere la concorrenza e garantire il buon funzionamento del mercato ed alle pubblicazioni periodiche sullo stato dei mercati.

Il rapporto, in particolare, ha sintetizzato, per l’anno 2020, gli esiti dell’attività di monitoraggio strutturale del mercato della vendita di energia elettrica e gas naturale alla clientela di massa, ossia ai clienti di piccola e media dimensione, facendo emergere alcuni interessanti tematiche: dinamiche concorrenziali, offerte e prezzi, processi e meccanismi organizzativi a supporto del funzionamento del mercato della vendita, qualità della fatturazione, morosità. Vediamone alcune.

 

 

  • La distribuzione regionale del mercato libero in Italia

Nella provincia di Terni il 70,78% delle famiglie ha scelto il mercato libero. Seguono quella di Modena il 70,43%, Biella (69,32%), Vercelli (69,02%), Pescara (66,99%), Novara (65,6%), Parma (65,52%), Perugia (65,36%), Ravenna (64,58%), Bologna (64,15%), Piacenza (63,71%), Torino (63,5%), Varese (63,46%), Verona (63,44%).

Fanalino di coda è il Sud Sardegna dove solo il 38,23% della famiglie ha scelto il mercato libero.

Nella provincia di Milano il 61,93% delle famiglie ha scelto il mercato libero, in quella di Firenze il 58,05%, Roma il 54,79%, di Palermo il 53,37%, di Venezia il 53,10%, di Napoli il 50,42%, di Bari il 48,77%, di Reggio Calabria il 48,47%, di Cagliari il 40,94%.

Dati che fanno comprendere come molti consumatori, soprattutto quelli ubicati nel Sud Italia, ancora, un pò per pigrizia e un pò probabilmente per disinformazione, siano rimasti ancorati al mercato di maggior tutela che offre tariffe standard sia per la luce che per il gas.

  • I venditori attivi sul mercato

La crescita del numero di gruppi societari attivi nella vendita di energia elettrica nel mercato libero non si arresta, raggiungendo il numero di 567, con un incremento netto di 141 unità rispetto al 2018, massimo storico.

Numerosi gruppi societari sono cresciuti anche a livello geografico, allargando la propria presenza sul territorio nazionale, anche attraverso l’acquisizione di singole società di vendita operanti in zone geografiche differenti da quelle in cui i gruppi erano originariamente operativi.

Dal rapporto emerge che i venditori attivi di elettricità per i clienti domestici sono 380 in Lombardia, contro i 140 della Valle d’Aosta e, tra i due estremi, le diverse realtà regionali, con ad esempio i 327 del Lazio o i 287 della Calabria (dati aprile 2020).

 

 

 

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