I lavoratori autonomi hanno le stesse possibilità dei dipendenti di andare in pensione? Ci sono degli svantaggi per chi ha la Partita IVA?
Considerando che gli aiuti riguardano principalmente i lavoratori dipendenti è normale che gli autonomi si facciano domande sulla pensione e su come e quando arriverà per loro il momento del pensionamento. Sanno già che non ci sarà alcun Trattamento di Fine Rapporto ad attenderli, ci sono altri svantaggi?
Quando si parla di autonomi bisogna partire da alcune puntualizzazioni per abbinare ad ogni lavoratore la pensione corretta. I liberi professionisti hanno regimi e regole diverse in base all’iscrizione o meno ad un Albo. Gli iscritti all’Albo verseranno la contribuzione in specifiche casse previdenziali durante la loro carriera lavorativa, chi non ha iscrizione, invece, farà riferimento all’INPS.
C’è sicuramente una certezza che accomuna tantissimi titolari di Partita IVA, l’importo della pensione potrebbe essere basso soprattutto non potendo contare su uno stipendio fisso. Non solo, l’aliquota contributiva è generalmente più bassa rispetto quella di un dipendente con conseguente calcolo della pensione del libero professionistica che porterà a somme inferiori. La pensione integrativa diventa più importante che mai per gli autonomi.
Nel calcolo della pensione i lavoratori autonomi sono svantaggiati rispetto i dipendenti. Come accennato non ci sarà nemmeno il TFR ad attenderli una volta deciso di interrompere l’attività lavorativa. Ma come possono lasciare il mondo del lavoro i titolari di Partita IVA e il liberi professionisti? La pensione di vecchiaia, naturalmente, vale anche per loro. Al compimento dei 67 anni di età e avendo accumulato minimo 20 anni di contribuzione si potrà andare in pensione.
L’alternativa è la pensione anticipata con 42 anni e dieci mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e dieci mesi per le donne. Una così lunga carriera lavorativa da autonomo sarà difficile da raggiungere ma per chi ci riesce è un’opportunità per lasciare prima il mondo del lavoro senza eccessive penalizzazioni. Tornando all’importo dell’assegno sottolineiamo come dipenderà dalla Cassa o Gestione di iscrizione oltre che dal numero di contributi versati.
Per calcolare la pensione lorda bisognerà tener conto di tre parametri, il montante contributivo, il tasso annuo di capitalizzazione e il coefficiente di trasformazione che varia in base all’età al momento del pensionamento. La stima è di una differenza tra pensione e reddito di quando si lavorava del 40%. Naturalmente sarà l’assegno pensionistico ad essere tanto più basso del reddito percepito per l’attività lavorativa.
Non stirare più le lenzuola, ti diciamo noi come intervenire per avere tutto in ordine,…
Dopo decenni di direzione, ora il Festival di Sanremo deve dire addio al timone del…
Proprio una delle spie più comuni della tua auto è quella che potrebbe farti avere…
Una nuova indiscrezione fa emergere una scelta inaspettata sullo speciale Un mese dopo di Temptation…
L’aria condizionata dell’ufficio continua a farti star male? Se vuoi avere sollievo devi provare subito…
La patch cumulativa di Windows 11 pubblicata a luglio non è bastata per correggere il…