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Google nel caos, Gemini viola la privacy su WhatsApp? Tutta la verità

Il ruolo centrale di Gemini all’interno dei dispositivi Android ha sollevato parecchi dubbi sulla sicurezza dei dati e delle chat su WhatsApp, ecco come ha risposto Google alle accuse e alle perplessità riguardanti le possibili violazioni da parte della propria AI.

Quando si parla di tecnologia oggi si deve fare necessariamente riferimento alle intelligenze artificiali e al modo in cui queste vengono inserite all’interno dei software e gli hardware di utilizzo quotidiano. La questione non riguarda solamente le modifiche alle funzioni dei device, a come queste tecnologie cambiano l’interazione tra umano e macchina o alle possibilità in più che offrono, ma anche le possibili conseguenze relative alla loro diffusione.

Google nel caos, Gemini viola la privacy su WhatsApp? Tutta la verità – sosutenze.it

Uno degli aspetti più dibattuti in questi ultimi mesi riguarda l’ambito lavorativo. Non è un segreto che le AI abbiano delle potenzialità enormi, in grado di massimizzare e velocizzare la produzione, il che si traduce da un lato al possibile abbassamento dei costi di sviluppo e di vendita, ma dall’altro da un graduale e inesorabile restringimento del mercato lavorativo che potrebbe anche portare all’estinzione di diverse figure professionali.

Un altro problema spesso sollevato è quello relativo alla violazione della privacy. Offrire i consensi alle intelligenze artificiali potrebbe tradursi nel dare libero accesso a tutti i documenti e ai dati privati, il che potrebbe permettere alle aziende produttrici di entrare in possesso di informazioni per adesso protette e inaccessibili.

L’ultima volta che si è diffuso questo timore è stato quando ad inizio mese Google ha portato avanti e più a fondo l’integrazione di Gemini – intelligenza artificiale proprietaria – nei dispositivi Android. Adesso l’IA di Google è installata di base sui telefoni e andrà presto a sostituire Google Assistant in tutte le mansioni.

Gemini ha accesso ai dati privati e alle chat contenute in WhatsApp?

Particolarmente delicata è la questione riguardante la collaborazione tra Google e Meta per l’utilizzo di Gemini all’interno dell’app di messaggistica istantanea. Oggi Gemini è parte integrante di WhatsApp e può essere utilizzata per effettuare delle ricerche ma anche per rispondere ad un messaggio in chat o fare partire una chiamata vocale.

Gemini ha accesso ai dati privati e alle chat contenute in WhatsApp? – sosutenze.it

Questa integrazione ha fatto temere che Gemini potesse entrare liberamente in possesso del contenuto delle chat e dunque anche di dati sensibili degli utenti. Qualora fosse così, la privacy degli utenti sarebbe completamente violata ed il problema di sicurezza talmente grande da dover sollevare discussioni a livello politico e sociale.

Da Google ci tengono però a fare sapere che non c’è motivo di preoccuparsi, in primo luogo perché l’integrazione di Gemini in WhatsApp è stata sviluppata di concerto con Meta e in secondo luogo poiché il contenuto delle chat rimane protetto dalla crittografia end-to-end.

Al fine di rassicurare l’utenza, l’azienda americana ha chiarito che Gemini legge sì il contenuto delle chat ma solo quello che l’utente decide di fargli prendere in considerazione per una ricerca o una risposta, inoltre i testi tratti dalle chat non rimangono in eterno a disposizione dell’AI ma vengono cancellati dopo 72 ore.

Fabio Scapellato

Sono laureato in Lingue, percorso Scienze per la comunicazione internazionale. Appassionato di giornalismo sin dal Liceo, scrivo da anni per blog, siti e testate giornalistiche e sono da diverso tempo giornalista pubblicista. Ho una passione smodata per il calcio e per gli sport in generale con preferenza per il Basket, la MotoGp, il Tennis e la Pallavolo. Amante del cinema d’autore, consumo nel tempo libero vagonate di serie tv, film, videogame e libri. Ritengo che la forma di narrazione più completa che ci sia oggi sia quella videoludica, anche se, come ogni medium giovane, deve ancora superare il preconcetto della massa.

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