Sono 2700 i comuni italiani raggiunti dalla fibra Tim nei primi sette mesi del 2020; 200 le “aree bianche” nelle quali sono proseguiti i lavori di cablatura durante il mese di settembre. Numeri particolarmente significativi ed incoraggianti, nell’ottica di un superamento del digital divide che il noto operatore italiano intende definitivamente colmare entro la fine del 2021.
Il digital divide in Italia oggi: la situazione durante l’emergenza Covid?
L’emergenza Covid-19 che sembrava aver allentato un po’ la presa durante i mesi estivi, ha purtroppo ripreso a segnare numeri preoccupanti, costringendo le istituzioni ad attivare nuovamente misure straordinarie, finalizzate ad un contenimento del virus.
Tra queste, presente nell’ultimo Dcpm, vi è l’invito ad adottare il più possibile, qualora le condizioni lo permettano, lo smartworking e la di didattica a distanza per gli studenti delle superiori. Misure di grande importanza, promosse non solo per arginare il propagarsi della pandemia ma anche a mantenere in vita l’attività produttiva ed educativa del nostro paese.
Tuttavia, sebbene l’e-learning ed il lavoro agile rappresentino indiscutibilmente delle soluzioni indispensabili ed utilissime in questo travagliato momento storico, mostrano dei limiti non sottovalutabili, specialmente quando la loro applicazione avviene nell’ambito di nuclei familiari sprovvisti delle condizioni di accessibilità alle nuove tecnologie del digitale e della rete.
In questo contesto assumono importanza vitale le reti di telecomunicazione che in molte zone del nostro paese risultano ancora deboli se non assenti, andando ad amplificare conseguentemente il digital divide del nostro paese, diventato ormai non solo un problema politico e giuridico ma prima ancora etico e morale.
Non a caso, col recente decreto “Cura Italia”, il Governo ha attuato interventi di potenziamento delle infrastrutture sull’intero territorio nazionale oltre che ad agevolazioni economiche sulle bollette, così che nessuno, in questa fase già particolarmente difficile, possa soffrire di ulteriori disuguaglianze, sociali prima che tecnologiche.
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Che cos’è il digital divide
Il digital divide è un fenomeno alquanto complesso, non riconducibile solo al possesso o meno di una determinata tecnologia (pc o tablet) o alla possibilità di accesso alla rete, ma a fattori di varia natura.
Il gap di accesso alle risorse digitali è particolarmente condizionato da un fattore territoriale. Molte zone del nostro paese, infatti, soprattutto quelle rurali, mostrano un divario infrastrutturale piuttosto preoccupante: secondo gli ultimi dati dell’Agcom dell’ottobre 2019, il 5,6% della popolazione non è coperto da rete a banda larga fissa e circa il 30% dispone di una rete con velocità non superiore ai 30 Mbps, incapace di garantire un utilizzo lineare delle applicazioni più evolute della rete.
Digital divide significa però anche divario cognitivo: i devices di ultima generazione impongono una certa alfabetizzazione informatica che se i nativi digitali riescono ad acquisire con maggiore facilità, tutti gli altri faticano a raggiungere.
Se dunque in condizioni normali il divario digitale si manifesta già come una forma di disuguaglianza sociale, durante una pandemia mondiale come quella in atto, assume una rilevanza ancora più grave, nella misura in cui uno studente o un lavoratore, ad esempio, risulti impossibilitato ad accedere da remoto e di conseguenza venga tagliato fuori dal contesto sociale ed economico già compromesso dal Coronovirus.
Fibra ottica TIM: oltre 4700 comuni italiani con la banda ultralarga
In questo contesto emergenziale dunque, gli operatori telefonici del nostro paese sono stati chiamati in prima linea ed invitati dal governo ad intraprendere misure ed iniziative volte al potenziamento delle infrastrutture sull’intero territorio nazionale.
L’obiettivo è quello di assicurare da una parte, la corretta fornitura dei servizi evitando il collasso della rete, dall’altra, di ridurre il divario digitale, che Tim, ha dichiarato di poter superare entro la fine del 2021, dando forte impulso ai propri programmi di cablaggio con tecnologia FTTC, concentrati soprattutto nelle cosiddette “aree bianche” .
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Banda ultra larga: cosa sono le aree bianche
Lo stato di copertura della fibra ottica e dei relativi lavori sul territorio nazionale è stato classificato dalla Commissione europea utilizzando tre diverse classificazioni: aree bianche, grigie e nere.
Nello specifico le aree bianche sono tutte quelle aree così dette “a fallimento di mercato”, ossia prive di reti ultrabroadband dove nessun operatore ha ritenuto remunerativo investire per assicurare ai residenti una connessione a banda larga.
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Fibra ottica Tim: nuovi cablaggi con tecnologia FTTC nelle aree bianche
Dall’inizio del lockdown, ossia da marzo 2020, è proseguito senza sosta il lavoro di Tim nelle “aree bianche” per chiudere il digital divide entro il 2021. Interventi inseriti all’interno di un più ampio programma che ha coinvolto oltre 2700 comuni dislocati su tutto il territorio nazionale, allo scopo di estendere a tutti la possibilità di lavorare e studiare a distanza, navigare ad alta velocità e usufruire di servizi di TV e intrattenimento.
Una spinta infrastrutturale grazie alla quale oggi sono oltre 4.700 i comuni italiani in cui sono disponibili i servizi a banda ultralarga di TIM a beneficio di cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni.
Grande l’entusiasmo da parte dell’azienda che in una nota ha sottolineato come: ” Tim continuerà anche nei prossimi mesi ad intensificare i propri programmi di cablaggio portando entro dicembre la fibra al 90% delle famiglie che utilizzano la rete fissa a livello nazionale, per dare in questo modo una risposta concreta alle crescenti richieste di connettività che provengono prevalentemente dalle zone rurali o a bassa densità abitativa del Paese.
In particolare, i comuni che verranno raggiunti entro l’anno saranno oltre 5.000, molti dei quali nelle “aree bianche” anche della Sicilia per abilitare alla vita digitale circa il 75% delle famiglie residenti in quelle zone e che utilizzano la rete fissa.”
Per assicurare connessioni ultrabroadband nei comuni non ancora raggiunti dalla fibra, TIM ha confermato inoltre il proprio impegno anche grazie all’utilizzo della tecnologia FWA (Fixed Wireless Access), ossia un tipo di connessione a banda larga o ultralarga in cui i dati non viaggiano su cavo telefonico o su fibra ma attraverso onde radio.