Dal 24 dicembre entrerà in vigore il nuovo Codice delle comunicazioni elettroniche. Questa normativa cambierà le regole rispetto ai contratti di linea fissa e fibra ottica. Tra le novità più importanti, una revisione dei contratti e delle modalità. Infatti, i provider dovranno predisporre almeno un’offerta da 12 mesi, e in generale non potranno più imporre contratti con durata superiore ai 24 mesi. Inoltre, sarà vietato legare il cliente con le rate mensili. Ma scopriamo insieme tutte le novità.
I nuovi contratti, cosa cambia?
Il nuovo Codice delle Comunicazioni Elettroniche segna una tappa importante a livello regolamentare, nel settore delle telecomunicazioni, dei media e delle tecnologie dell’informazione. L’obiettivo principale è quello di rendere uniformi tutte le reti di trasmissione e i servizi correlati in un unico quadro normativo.
Uscito in Gazzetta Ufficiale, il decreto legislativo 207/2021 dell’8 novembre 2021, attua la direttiva (UE) 2018/1972 relativa al Codice europeo delle comunicazioni elettroniche. Il decreto entrerà in vigore il prossimo 24 dicembre 2021, e cambierà completamente le reti e i servizi di comunicazione elettronica ad uso pubblico, incluse le reti utilizzate per la diffusione circolare di programmi sonori e televisivi e le reti della televisione via cavo. Inoltre, una grande novità sarà la tutela delle infrastrutture, e il divieto di opporsi alla posa della fibra ottica in palazzi e condomini, senza valido motivo.
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La durata dei contratti
Tra le novità più importanti ci sono soprattutto i contratti. Infatti, le società provider dovranno includere almeno un’offerta da 12 mesi, e in generale non potranno più imporre contratti con durata superiore ai 24 mesi. Inoltre, sarà vietato chiedere al cliente il pagamento a rate, in quanto “un contratto a rate per l’installazione di una connessione fisica non include l’apparecchiatura terminale, a esempio router o modem, e non impedisce ai consumatori di esercitare i loro diritti in virtù del presente articolo”.
Il testo che entrerà in vigore a fine mese è in realtà un compromesso, nato dopo una discussione in Parlamento. Infatti, il decreto originale prevedeva massimo dodici mensilità. Ma secondo le società e gli operatori telefonici, 12 mesi di contratto sono troppo pochi, in quanto le rate sarebbero troppo alte e quindi i consumatori sarebbero stati meno propensi a passare a nuove tecnologie. Tra queste, il 5G e la fibra ottica nelle case, che richiedono infatti impianti su misura e lavori di grande impatto, quindi possono essere affrontati solo se pagati in rate.
Per questo motivo, si è arrivati a una soluzione che preveda 24 mesi. La sola eccezione a questa regola è il caso in cui “il consumatore ha convenuto in un contratto separato di rateizzare i pagamenti esclusivamente per l’installazione di una connessione fisica, in particolare a reti ad altissima capacità”. Tuttavia, il testo cita “un contratto a rate per l’installazione di una connessione fisica non include l’apparecchiatura terminale, a esempio router o modem, e non impedisce ai consumatori di esercitare i loro diritti in virtu’ del presente articolo”.
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Il diritto di Recesso
Inoltre, il diritto di recesso si potrà esercitare senza penali o costi di disattivazione in presenza di modifiche alle condizioni contrattuali, “tranne nel caso in cui le modifiche proposte siano esclusivamente a vantaggio dell’utente finale, siano di carattere puramente amministrativo e non abbiano alcun effetto negativo sull’utente finale o siano imposte direttamente dal diritto dell’Unione o nazionale”.
Inoltre, per quanto riguarda le tempistiche di richiesta di recesso anticipato del contratto, i giorni di anticipo per effettuare la richiesta sono 60.
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Le sanzioni
Anche rispetto alle sanzioni, gli operatori potrebbero essere sottoposti a multe che vanno dai 50 mila al milione di euro, ma anche con sanzioni più salate (dai 240 mila ai 5 milioni) se arrivano violano diffide od ordini. A queste cifre va ad aggiungersi il rimborso “delle eventuali somme ingiustificatamente addebitate agli utenti, indicando il termine entro cui adempiere, in ogni caso non inferiore a trenta giorni”.
Cavo fibra ottica copertura, cosa cambia?
Per quanto riguarda le infrastrutture e gli utenti, a partire dal 24 dicembre non sarà più possibile impedire il cablaggio in fibra di condomini o zone residenziali senza un valido motivo. Cosa vuol dire questo? Significa che il vicino di casa contrario ai lavori per la posa e copertura fibra ottica, dunque, si dovrà adeguare e consentire i lavori, come l’appoggio “di antenne, di sostegni”, nonché il “passaggio di condutture, fili o qualsiasi altro impianto, nell’immobile di sua proprietà occorrente per soddisfare le richieste di utenza degli inquilini o dei condomini”.
Infine, in caso di danni causati dai lavori, sarà compito dell’operatore effettuare i lavori di riparazione, che non dovranno intaccare permanentemente l’aspetto esteriore dell’immobile.
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Certificazioni nei palazzi
Un’altra importantissima novità di questo nuovo decreto sarà la certificazione dei palazzi che hanno la fibra ottica. Infatti, a partire da gennaio 2022 i nuovi edifici o quelli che si sottopongono a interventi di ristrutturazione che portano alla digitalizzazione, come la fibra ottica, avranno un attestato di compatibilità “digitale”, per la banda ultra larga, rilasciato da un tecnico.