Come si calcolano festività e i giorni di ferie di un lavoratore dipendente? Come leggere le ferie in busta paga? Come vengono computate e come vengono retribuite? Ai fini del calcolo di un cedolino paga sono da considerarsi festive tutte le domeniche e le varie festività nazionali, durante le quali il dipendente solitamente non lavora ma percepisce ugualmente la retribuzione in base a quanto previsto dal contratto. Queste giornate sono complessivamente una dozzina nel corso dell’anno, poi vanno aggiunti i cinque giorni di festività soppresse che meritano un capitolo a parte. 


Le festività inserite in busta paga incominciano a Capodanno (1° gennaio) e proseguono con l’Epifania (6 gennaio). A seguire il Lunedì di Pasqua, l’Anniversario della Liberazione (25 aprile) e la Festa dei Lavoratori (1° maggio). Si passa successivamente alla Festa della Repubblica (2 giugno) e a Ferragosto (Assunzione della Beata Vergine, 15 agosto), poi Ognissanti (1° novembre) e le tre festività di dicembre (Immacolata Concezione, Natale e Santo Stefano). 


Da aggiungere anche il giorno del Santo Patrono del paese in cui ha sede l’azienda, mentre la retribuzione per il giorno di Pasqua (che è sempre di domenica) è prevista soltanto da alcuni contratti collettivi. Le festività soppresse sono invece San Giuseppe (19 marzo), Ascensione e Corpus Domini (entrambe cadono a fine primavera/inizio estate, con data variabile legata alla Pasqua), San Pietro e Paolo (29 giugno), Festa di Unità Nazionale (4 novembre). 

Come vengono pagate le festività in busta paga?

Le festività vengono retribuite in base al giorno della settimana in cui cadono. Se è infrasettimanale allora ricade nella retribuzione globale di fatto, se ricade di sabato è inclusa nel emse, mentre se ricade di domenica spetta un importo aggiuntivo (un giorno di paga in più). Questo perché in quel giorno infrasettimanale di festa si sta a casa, mentre se è di domenica non si è potuto godere della festività aggiuntiva perché si era già a casa.


Se il dipendente lavora in un giorno festivo e non è previsto un riposo compensativo, allora la retribuzione sarà considerata di lavoro straordinaria: il datore di lavoro dovrà dunque pagare la festività, il lavoro svolto e la maggiorazione per lavoro straordinario festivo. Se invece è previsto un riposo compensativo allora vanno retribuiti soltanto la festività e la maggiorazione. 

Come maturano le ferie? Come vengono segnate in busta paga?

Per le ferie bisogna fare un discorso differente rispetto a quello fatto per le festività. Ogni dipendente ha infatti diritto a un periodo annuale di ferie retribuite non inferiore alle quattro settimane (i singoli Contratti Collettivi Nazionali del Lavoro hanno però delle leggere variazioni). Sulla busta paga, dunque, il lavoratore visualizzerà il numero di giorni o di ore di ferie maturati: si tratta semplicemente del numero di giorni previsti all’anno, diviso per le 12 mensilità.


Le ferie maturate vengono solitamente riportate nella parte inferiore della busta paga e sono suddivise in tre categorie: maturate, godute, residue.  Maturate sono le ore/giorni di ferie complessivamente accumulati da quando è iniziato il rapporto di lavoro. Godute sono le ore/giorni effettivamente usufruiti. Residuo è il monte ore/giorni di cui il dipendente ancora dispone per le proprie ferie. 

I permessi retribuiti in busta paga, i ROL e le ex festività 

permessi retribuiti sono calcolati a ore e vengono disciplinati dal CCNL, sono finalizzati al riposo e diversi ai permessi per altre motivazioni. Con ROL (riduzione dell’orario di lavoro), invece, si intende un riposo calcolato a ore e la differenza con i permessi retribuiti è riconducibile ai contratti collettivi. Le cinque ex festività prevedono delle ore di permessi se in quei giorni si lavora o, in alternativa, il relativo pagamento secondo quando previsto dalla normativa vigente. La loro retribuzione è identica a quella dovuta per le ore di lavoro ordinarie. 

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