I temi dello spreco, del consumismo e dell’aumento dell’inquinamento sono sempre stati importanti all’interno della Comissione Europea. Infatti, proprio per far fronte alla tendenza a sostituire invece di riparare oggetti ed elettrodomestici ancora utilizzabili, la stessa Commissione ha introdotto il diritto alla riparazione, che permetterà ai consumatori di chiedere la riparazione degli oggetti, invece di cambiarli.
Spreco e obsolescenza programmata, la situazione attuale
Negli ultimi anni abbiamo sentito molto parlare di obsolescenza programmata. Ma, di cosa si tratta? In economia, è una strategia che mira a ridurre la vita di un prodotto, in modo da limitarne la durata e richiedere la sostituzione dello stesso, piuttosto che la sua riparazione o un aggiornamento dei sistemi. Questo fenomeno è al centro dei dibattiti tra le associazioni dei consumatori e le aziende da anni.
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L’obsolescenza programmata e gli elettrodomestici
Capita sempre più spesso, infatti, che la vita di uno smartphone si sia ridotta a soli 2 o 3 anni per problemi di aggiornamento software. Quindi, lo smartphone o il computer funzionano ancora correttamente a livello di hardware, ma non supportano le nuove versioni di software. Questo porta i consumatori a dover sostituire gli apparecchi.
Ma, se da una parte la tecnologia è in continua evoluzione e alcuni dispositivi possono diventare obsoleti molto velocemente, altri prodotti, come gli elettrodomestici di grandi dimensioni, potrebbero facilmente essere ideati per avere parti sostituibili o riparabili più facilmente e per tempi più lunghi. Quindi, anche per andare incontro alle esigenze dei consumatori, è stato introdotto il concetto di diritto di riparazione, chiamato anche diritto alla riparabilità.
Diritto alla riparazione elettrodomestici: cos’è?
Il diritto alla riparazione, in inglese Right to Repair, è stato approvato dalla Commissione Europea con il Regolamento 2021/341. In particolare, queste nuove misure prevedono che le aziende mettano a disposizione i componenti essenziali dei loro prodotti per almeno sette o dieci anni dal ritiro del prodotto stesso dal mercato. A partire, quindi, dal ritiro dal mercato dell’ultima unità di un determinato modello, le aziende dovranno garantirne comunque i pezzi di ricambio per i successivi 10 anni.
All’inizio, il diritto individuale alla riparazione non riguarderà purtroppo tutti gli elettrodomestici. Infatti, entrerà in vigore inizialmente per gli elettrodomestici conosciuti come RAEE. Quindi, lavastoviglie, lavatrici, frigoriferi e TV display. Pertanto, inizialmente restano esclusi da questa rivoluzione i tablet, i telefoni cellulari e i computer.
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Cosa sono i rifiuti RAEE?
Abbiamo già visto le novità introdotte a livello europeo con la nuova etichetta energetica per gli elettrodomestici. Approvata dalla Commissione Europea, la nuova etichetta incentiverà le aziende all’innovazione, per promuovere il risparmio energetico.
Ma, vediamo insieme quali sono i rifiuti più difficili da smaltire. In Italia, i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, o semplicemente rifiuti elettronici, sono chiamati RAEE. Si tratta principalmente di rifiuti di grandi o piccole dimensioni, che necessitano un particolare trattamento per il loro smaltimento. Ad esempio, apparecchiature elettriche come frigoriferi, lavatrici, display e computer.
Questi rifiuti non possono essere smaltiti come gli altri, a causa dei materiali che li compongono. Infatti, all’interno di un computer ci sono parti metalliche, vetro, e composti chimici non riciclabili. Per questo motivo, si usa portare i rifiuti di questo tipo direttamente in discarica. Qui, purtroppo, i rifiuti RAEE non conoscono una seconda vita, ma vengono semplicemente smaltiti.
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Prodotti difettosi, com’è oggi la legge?
Oggi, i prodotti acquistati online o in negozio, hanno una garanzia di conformità che solitamente dura uno o due anni. Durante questo periodo, se il prodotto risulta difettoso o smette di funzionare per problemi di fabbricazione, i consumatori possono contattare il produttore e chiedere la riparazione, la sostituzione oppure il rimborso.
Infatti, tutti i prodotti sono coperti dalla garanzia di conformità. Questa garantisce appunto la riparazione o la sostituzione del prodotto senza alcuna spesa per il cliente. Ma cosa succede se nel frattempo il prodotto viene ritirato dal mercato? In questi casi le aziende procedono al rimborso oppure alla sostituzione con un prodotto nuovo. Questo provoca non poco spreco, in quanto le aziende stesse poi dovranno provvedere allo smaltimento dei rifiuti.
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Cosa cambierà nei prossimi anni?
L’obiettivo di questa prima legge è proprio quello di portare le aziende a ridurre la produzione di rifiuti. Ci sono ancora molti aspetti da migliorare, come ad esempio, l’inclusione dei dispositivi tecnologici nel diritto alla riparabilità. Infatti, è stimato che siano proprio questi ultimi a creare più spreco, a causa dell’obsolescenza tecnologica.
Come dichiarano anche dalle associazioni dei consumatori, sempre più spesso capita che i dispositivi come smartphone o computer siano ancora funzionanti a livello di hardware, ma che debbano essere sostituiti a causa di problemi di software. Quindi, il dispositivo funziona, ma non supporta gli ultimi aggiornamenti e, di conseguenza, si rende necessaria una sostituzione, quando potrebbe tranquillamente essere ancora utilizzato.
Il diritto alla riparabilità, oltre all’estensione ai dispositivi più soggetti all’obsolescenza programmata, mira a spingere alla produzione di pezzi di ricambio dei RAEE e grandi elettrodomestici. Ma, rende noto proprio la stessa Commissione Europea, perché sia efficace bisognerebbe standardizzare anche la produzione di alcuni componenti. In questo modo, i riparatori potrebbero tranquillamente utilizzare degli strumenti uguali per smontare i dispositivi, oppure utilizzare dei componenti universali.
Un approccio alla sostenibilità e all’universalità dei pezzi di ricambio, quindi, dovrebbe essere applicato a tutti i prodotti immessi sul mercato, non solo ai RAEE. In questo modo, diminuirebbero gli sprechi e si abbatterebbero i costi di sostituzione.