Migliorare l’efficienza energetica e salvaguardare l’ecosistema circostante riducendo l’impiego di combustibili fossili.  Sono gli obiettivi ai quali mira la manovra economica del governo, che con il decreto Mise, firmato dal  Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, ha istituito molteplici incentivi volti a sostenere e premiare lo sviluppo dell’autoconsumo fotovoltaico e le comunità di energia rinnovabile. Ecco nei dettagli il provvedimento.

 

 

Autoconsumo fotovoltaico: come funziona?

Per autoconsumo energetico si intende quel meccanismo attraverso il quale ogni cittadino, dotato di un proprio impianto fotovoltaico,  in grado dunque di sfruttare fonti rinnovabili come il sole, consuma l’energia elettrica prodotta autonomamente.

Quest’ultima potrà essere utilizzata nel momento stesso in cui l’impianto la produce oppure immagazzinata in batterie d’accumulo, dispositivi che evitano di dover veicolare l’energia in eccesso direttamente nella rete, ma di poterla prelevare all’occorrenza, ad esempio durante la notte o comunque in assenza di sole, nell’arco della giornata.

Generalmente, in un anno, grazie al sistema di accumulo, è possibile ottenere fino al 90% di autosufficienza elettrica. 

Coloro che applicano forme di autoconsumo energia elettrica hanno certamente dei ritorni economici riscontrabili in una bolletta meno salata, grazie all’esenzione dagli oneri di sistema.  Tuttavia l’energia rinnovabile che non viene autoconsumata, può essere soggetta a perdite di rete, ossia a dispersioni di energia elettrica che si verificano durante la produzione e la distribuzione di corrente.

In tal senso, il passaggio da forme di autoconsumo” individuale” a “collettive” permette di ridurre le suddette perdite, implementando il consumo di energia green e contestualmente l’efficienza e la stabilità del sistema fotovoltaico.

 

 

  • Comunità energetiche: che cosa sono?

Grazie all’art. 42-bis del Decreto Milleproroghe, approvato a febbraio 2020,  è possibile utilizzare forme di autoconsumo collettivo, caratterizzate da autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente, come ad esempio i condomini di un edificio e dalle comunità energetiche rinnovabili.

I primi sono nuclei familiari o soggetti giuridici  che si trovano nello stesso edificio o condominio e che non hanno come attività commerciale principale la produzione e/o la distribuzione di energia elettrica.

I secondi, ossia le comunità energetiche sono caratterizzate da  persone fisiche, Pmi, enti territoriali, autorità locali, amministrazioni comunali,  che condividono l’energia prodotta dai propri impianti fotovoltaici di potenza non complessiva superiore a 200KW, utilizzando la rete di distribuzione esistente.

L’energia sarà condivisa per l’autoconsumo istantaneo, che però potrà avvenire anche attraverso sistemi di accumulo a predeterminati criteri.

 

 

  • I vantaggi dell’autoconsumo fotovoltaico

Chiunque scelga di autoconsumare l’energia elettrica prodotta da un impianto fotovoltaico  può godere di molteplici vantaggi:

  1. un risparmio sulla bolletta, in quanto più energia si autoconsuma, più si ridurranno i costi degli oneri di rete e relative imposte;
  2. una valorizzazione dell’energia prodotta, poichè avere un impianto fotovoltaico può rappresentare una fonte di guadagno grazie agli incentivi gestiti dal GSE, come lo scambio sul posto o il ritiro dedicato;
  3. Riduzione degli impatti ambientali, dato che con il fotovoltaico si evitano le emissioni di CO2, dannose per l’ambiente.

 

 

Gli incentivi ed agevolazioni fiscali previste dal decreto Mise

«Con grande soddisfazione ho firmato oggi il decreto che introduce un incentivo a sostegno delle comunità energetiche e dell’autoconsumo. Si tratta di una svolta importante che consentirà di sviluppare ulteriormente nel nostro Paese la produzione di energia da fonti rinnovabili, permettendo al contempo ai cittadini, alle PMI, agli enti locali di consumare l’energia che producono».

Un risultato importante, quindi, la cui importanza strategica si evince dalle dichiarazioni del Ministro Patuanelli, che preannuncia appunto una serie di incentivi per coloro che sceglieranno l’autoconsumo.

L’incentivo, gestito dal Gestore dei Servizi Energetici è riconosciuto per un periodo di 20 anni. L’energia prodotta dà diritto ad una tariffa pari a 100 €/MWh per le configurazioni di autoconsumo collettivo e 110 €/MWh per le comunità energetiche rinnovabili. L’impianto non dovrà superare una produzione di 200 kW, anche in presenza di un sistema di accumulo.

 

 

  •  Superbonus 110%

Come previsto dal Superbonus 110%, l’istallazione di impianti fotovoltaici è inserita tra gli interventi trainati, ossia può avvenire solo se realizzata contestualmente ad altri interventi trainanti, come quelli legati al Sismabonus, alla riqualificazione degli impianti di climatizzazione invernale e alla posa di cappotti termici.

Per l’ installazione di impianti solari fotovoltaici connessi alla rete elettrica, la detrazione del 110% spetta su una spesa massima di 48.000 euro ed entro il limite di spesa di 2.400 euro per ogni kW di potenza nominale dell’impianto solare fotovoltaico per ogni singola unità immobiliare.

La detrazione del 110% spetta  altresì per un limite di spesa più basso, cioè di 1.600 euro per ogni kWh nel caso in cui sia contestuale anche un intervento di ristrutturazione edilizia,  urbanistica o di nuova costruzione.

Per ottenere il superbonus ricordiamo è necessario presentare un attestato di prestazione energetica (APE), in cui viene specificato che i lavori miglioreranno l’efficienza energetica dell’immobile di almeno due classi energetiche.

Fortunatamente i consumatori italiani sono ormai sempre più attenti alle tematiche ambientali tanto da orientarsi sempre di più su fornitori di energia elettrica che propongono ormai esclusivamente offerte verdi o che hanno un’opzione green facoltativa, le cui tariffe, fra l’altro, risultano assolutamente in linea con le offerte tradizionali non verdi.

 

 

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