Dopo una lunga e calda estate, sembra che con l’equinozio del 23 settembre, l’autunno sia finalmente arrivato. Il termometro è sceso di quasi 10° e specialmente nelle regioni del nord, comincia a farsi sentire un clima più freddo, sopratutto nelle ore notturne e mattutine. È quasi il momento di accendere il riscaldamento.
Ma in Italia le date variano da regione a regione, in base alle sei zone climatiche stabilite dalla normativa.
Accensione riscaldamento inverno 2020/2021
La legge attualmente in vigore, prevede una suddivisione dell’Italia in sei zone differenti, ciascuna con date e orari specifici per l’utilizzo del riscaldamento. Questo dipende dalla conformazione del Paese, che presenta aree climatiche molto diverse tra loro e temperature variabili in base alla regione e alla provincia di appartenenza.
Il decreto del Presidente della Repubblica n°416 del 6 agosto 1993 fissa quindi i criteri e le regole di utilizzo degli impianti di riscaldamento in Italia.
Seguendo queste norme si stabilisce il fabbisogno termico della zona geografica in base ad una unità di misura convenzionale, denominata “grado giorno“. Più la località di riferimento è fredda, maggiore sarà il dato dei gradi giorno e quindi più a lungo sarà possibile tenere acceso il riscaldamento.
Riscaldamento: temperatura massima di legge
Ciò che accomuna tutto lo stivale, è l’obbligo di non superare i 20° all’interno delle abitazioni e degli ambienti chiusi, con una tolleranza positiva e negativa di 2 gradi (18/22).
Questa regola vale sia per gli impianti privati autonomi che per quelli centralizzati.
Ma quindi quando si potranno accendere i riscaldamenti quest’anno?
Zone climatiche e data accensione riscaldamento
- Zona A – Per i comuni di Lampedusa, Linosa e Porto Empedocle con una misurazione di gradi giorno non superiore a 600 i riscaldamenti potranno venire accesi dal 1° dicembre e fino al 15 marzo, ma solo per sei ore al giorno.
- Zona B – Per le province di Agrigento, Catania, Crotone, Messina, Palermo, Reggio Calabria, Siracusa e Trapani date le temperature miti anche in inverno, il riscaldamento si potrà accendere il primo dicembre e fino al 31 marzo per massimo otto ore al giorno.
- Zona C – Le province di Bari, Benevento, Brindisi, Cagliari, Caserta, Catanzaro, Cosenza, Imperia, Latina, Lecce, Napoli, Oristano, Ragusa, Salerno, Sassari, Taranto. Con una misurazione di gradi giorno tra 900 e 1400 gli impianti potranno essere accesi dal 15 novembre al 31 marzo per 10 ore al giorno.
- Zona D – Nelle province di Genova, La Spezia, Forlì, Ancona, Ascoli Piceno, Firenze, Grosseto, Livorno, Lucca, Macerata, Massa Carrara, Pesaro, Pisa, Pistoia, Prato, Roma, Siena, Terni, Viterbo, Avellino, Caltanissetta, Chieti, Foggia, Isernia, Matera, Nuoro, Pescara, Teramo e Vibo Valentia. In questa zona, con una temperatura gradi giorno tra 1400 e 2100 l’accensione caloriferi sarà prevista dal 1° di novembre fino al 14 aprile per 12 ore al giorno.
- Zona E – Con un coefficiente gradi giorno tra i 2100 e 3000 gradi, questa zona comprende le province di Alessandria, Asti, Aosta, Biella, Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Milano, Novara, Padova, Pavia, Sondrio, Torino, Varese, Verbania, Vercelli, Bolzano, Gorizia, Pordenone, Bologna, Ferrara, Modena, Parma, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini, Rovigo,Treviso, Trieste, Udine, Verona, Vicenza, Venezia, Arezzo, Perugia, Rieti, Frosinone, L’Aquila, Campobasso, Potenza ed Enna. In questo gruppo di località, di solito montuose o settentrionali, la climatizzazione invernale può essere attivata nel periodo che va dal 15 ottobre al 15 aprile per 14 ore al giorno.
- Zona F – Quest’area, con una temperatura gradi giorno superiore a tremila, comprende le sole province di Cuneo, Belluno e Trento. In questa zona non è prevista limitazione, né di date né di numero ore giornaliere, dato il clima maggiormente rigido.
Riscaldamento centralizzato e autonomo: ci sono differenze?
Se parliamo di singola unità abitativa o di edifici con meno di 4 abitazioni, la normalità è l’utilizzo di un impianto di riscaldamento autonomo.
Quando però parliamo di riscaldamento condominiale, normalmente si prediligono impianti con riscaldamento centralizzato. Questo permette un consumo inferiore di combustibile e una minor spesa di manutenzione, dato l’impianto comune a tutti i condomini.
La legge attualmente in vigore vieta l’installazione di impianti autonomi per edifici di nuova costruzione che prevedano più di 4 unità abitative.
Emergenza freddo, come funziona?
Nel caso di giornate invernali particolarmente rigide, o periodi di freddo fuori stagione, i Comuni di residenza emettono delibere specifiche per permettere l’accensione riscaldamento e l’aumento delle ore in cui è possibile farlo funzionare. Si tratta ovviamente di casi straordinari, che variano di anno in anno e di comune in comune.
L’accensione del riscaldamento porta ovviamente dei costi aggiuntivi inevitabili, per ridurre i consumi e quindi avere bollette meno salate, potete seguire qualche accorgimento che trovate nel nostro articolo sull’Efficienza energetica e verificare le migliori offerte gas e luce.